Puntuale un'altra domenica di autunno a farci compagnia. I raggi deboli del sole a svegliarci sotto un cielo terso e a ricordarci che oggi si dorme un'ora in più!!!
Con un'ora in più che si può fare??? E' domenica....si fa un dolce!!!
Dal mio prezioso libro di ricette della tradizione maceratese, qualche tempo fa avevo segnato una ghiotta merenda da provare a rifare: i MARITOZZI.
I maritozzi, così chiamati perché durante la lievitazione tendono ad attaccarsi l'uno all'altro tanto da sembrare "maritati" (nel maceratese), sono dolci molto comuni e di uso quotidiano. Oggi sono gustati a colazione, inzuppati nel latte e caffè e costituiscono la più tradizionale merenda dei bambini, seppure con la concessione di essere arricchiti con un'abbondante farcitura di Nutella e, perché no anche un po' di mascarpone: GHIOTTONERIA!!!
In altri tempi, in campagna, i maritozzi costituivano il boccone dolce, alla fine dei numerosi pasti che le donne di casa preparavano per i contadini, durante i grandi lavori estivi, oppure venivano offerti dalla vergara* ai parenti più stretti che andavano in visita, in occasione di uno sposalizio in famiglia.
Oramai quasi più nessuno si cimenta nel farli in casa, vengono esclusivamente acquistati nel forno o in pasticceria, ma un tempo, venivano preparati quando in ogni famiglia, si faceva il pane, più o meno con scadenza settimanale.
La loro ricetta originale prevede l'utilizzo della pasta di pane lievitata e poi arricchita con un po' di zucchero e di uvetta, senza l'aggiunta delle uova, tanto che i maritozzi potevano essere mangiati anche in periodi di Quaresima. Nel corso del tempo, la ricetta ha subito delle trasformazioni, dovute al fatto che il pane non veniva più fatto in casa, ma acquistato dal fornaio, di conseguenza, anche la pasta lievitata è scomparsa dalle madie e, nella ricetta dei maritozzi, così come in altre ricette tradizionali, è stata sostituita da lievito di birra. Inoltre, entrati in un'epoca di maggior benessere, sono state aggiunte le uova che danno più sapore e leggerezza all'impasto dei maritozzi.
INGREDIENTI
dose per 10-12 maritozzi
2 uova a temperatura ambiente
130 g di zucchero
100 ml di latte tiepido
100 ml di olio di semi di girasole
65 g di lievito di birra
500 g di farina 00
per la glassa
1 chiara
150 g di zucchero
Sciogliere il lievito di birra nel latte leggermente tiepido. In una ciotola, rompere le uova e lo zucchero e battere insieme per qualche minuto. Unire il latte con il lievito sciolto, l'olio e circa i 3/4 della quantità totale della farina. La farina rimasta andrà gradatamente sparsa sulla spianatoia, dove bisognerà trasferire l'impasto per essere agevolmente smenato*, facendo in modo che non si attacchi alle mani e alla tavola. Lavorare a lungo la massa fino a che non risulterà elastica e liscia. Trasferire la massa ottenuta in una ciotola infarinata, fare un'incisione a croce sulla sommità, coprire con uno sparrone* umido e lasciare lievitare in un luogo tiepido. Trascorso il tempo necessario, riprendere la massa e lavorarla di nuovo per qualche minuto. Dividere la massa in 10-12 pezzi e preparare dei panetti a forma di maritozzo, più tozzo al centro e affusolato nelle estremità. Disporre i panetti su una placca da forno coperta di carta da forno, coprire di nuovo e lasciare lievitare per un seconda volta. Trasferire la lastra in forno preriscaldato a 180° per 25 minuti, fino a che non saranno quasi scuri. Togliere i maritozzi dal forno, spennellare con la glassa e rimettere in forno per un paio di minuti così che la glassa si asciughi e formi un crosticina chiara.
Nonostante l'impegno, l'entusiasmo e un'ora in più, i miei maritozzi non hanno la forma di maritozzi. E' stato difficile da accettare ma dopo il primo morso, la delusione si è trasformata immediatamente in felicità ;-)
*vergara: la moglie del capofamiglia nelle famiglie contadine delle Marche
*smenare: impastare con le mani la pasta
*sparrone: canovaccio