31 dicembre 2014

Pizzette rosse di Pasta Brisée.

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Irene Grandi - O E' Natale tutti i giorni

Dunque ci siamo, il 2014 è quasi giunto al termine e inevitabilmente cosa si fa? Si guarda indietro, si tirano le somme, ci si emoziona un po', si tira un sospiro di sollievo e si riparte. 
Personalmente non sono mai stata un'amante di feste, fuochi d' artificio e brindisi ma di riflessioni personali, malinconie e momenti nostalgici, di quelli sono sempre andata in cerca. 
Il 2014 è stato un anno emotivamente difficile durante il quale non credo affatto di essere migliorata anzi ho fatto anche dei piccoli passi indietro. E' stato un anno difficile da accettare per degli episodi spiacevoli ma sono contenta di poter raccontare che è stato un anno meraviglioso perché guardare mio figlio crescere è qualcosa di straordinario. 
E' stato più che mai l'anno della mia passione. Ho seguito diverse lezione di cucina, approfondendo l'home made come anche la stagionalità dei prodotti. Sono contenta perché sento davvero una crescita in questa direzione e mi auguro che il nuovo anno mi regali tante belle e nuove possibilità di conoscenza.

E a proposito di home made, tanto per continuare ad ammortizzare costi e in questo caso anche i tempi (ci vuole meno a preparare la pasta brisée in casa che uscire e andare a comprarla al supermercato), oggi nella cucina di Caffè Babilonia inforniamo pizzette rosse. 

Auguro un inizio di anno con il botto e che il 2015 possa portare a tutti la pace interiore, quella che ci fa sentire liberi e felici. 

PIZZETTE ROSSE DI PASTA BRISEE
INGREDIENTI 
250 gr di farina 0
125 gr di burro freddo
90 ml di acqua ghiacciata
1 pizzico di sale
pomodoro

Nel mixer lavorare velocemente insieme il burro freddo a pezzi, la farina e il sale, fino ad ottenere un composto sabbioso. Mettere il composto così ottenuto sul piano di lavoro, disponendolo a fontana. Aggiungere poco alla volta l'acqua ghiacciata e lavorare fino ad ottenere un impasto elastico. Riporre in frigorifero per 30/40 minuti, coperto con pellicola. Stendere la pasta e ritagliare con degli stampi delle forme tonde (come una pizzetta!) e su ognuna versare un cucchiaio di salsa di pomodoro. Infornare a 200° per circa 20/30 minuti. 


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24 dicembre 2014

Crostata con Marmellata di Ciliege (Happy Xmas).

Finalmente Vigilia!!!
Questa sera saremo tutti insieme a sognare, fra l'affetto dei nostri cari e le tavole in festa.
Ancora qualche ora e sarò cuoca in questo splendido giorno insieme a un team di donne straordinarie!!!
Happy XMAS to all!!!

CROSTATA CON MARMELLATA DI CILIEGE
ingredienti

1 uovo
100 gr di burro
200 gr di farina
confettura di frutta

Fate una fontana e lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero. Aggiungete l'uovo, precedentemente tenuto a temperatura ambiente. Lavorate velocemente. Lasciate riposare la pasta frolla in frigo per almeno mezz'ora. Stendete la base e precuocetela in forno per 5-10 minuti. Se si tiene la base in frigo averla stesa, non serve bucarla. Lasciate intiepidire la base, aggiungete la confettura, decorate la crostata e infornate a 180 °C per 20-25 minuti.

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John Lennon - Happy Xmas


ispirata alle lezioni di cucina presso la scuola SO COOK

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22 dicembre 2014

Croque Madame Muffins.

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Giorgia - All I want for Christmas is you

Qualche giorno fa leggevo un post dedicato alla magia dell'atmosfera natalizia. Ne sono rimasta così attratta che inevitabilmente mi sono riconosciuta in quelle parole. 

In questo periodo è così bello passeggiare imbottiti di sciarpa, cappello e guanti, immersi fra il profumo dei dolci caldi e quello delle caldarroste nei cartocci, con il sottofondo di All I want for Christmas is you nella testa. Purtroppo nella mia Roma, l'atmosfera sognante del Natale è un po' trascurata. Quindi puntualmente in questi giorni mi catapulto con i pensieri in quelle città del nord Europa piene di neve dove le piste di pattinaggio sono piene di bambini felici e le casette di legno dei mercatini riempiono ogni angolo della città fra il profumo inebriante del vin brulé.
Seduto sulla slitta c'è lui: BABBO NATALE che con occhi grandi e barba bianca, regala sogni a chiunque voglia continuare a crederci. 

Quest'anno purtroppo niente viaggi alla ricerca della magia del Natale, resto sognante nella mia cucina a preparare un classico della cucina francese a forma di muffins

Buona giornata. 

CROQUE MADAME MUFFINS
INGREDIENTI per 6 muffins
6 fette di pane bianco senza crosta
3 cucchiai di burro
prosciutto cotto
6 uova

per la salsa Mornay
1 cucchiaio di burro
1 cucchiaio di farina
200 ml di latte tiepido 
1 cucchiaino di senape di Digione
1 pizzico di noce moscata
30 gr di parmigiano grattugiato
sale 
pepe

Per preparare la salsa, fondere il burro in una pentola su fiamma media. Aggiungere la farina e sbattere forte con una frusta, fino ad ottenere un impasto omogeneo. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare e poco a poco aggiungere il latte continuando a mescolare. Rimettere su fuoco, aggiungere la sebape e la noce moscata e lasciare bollire per circa 10 minuti. Quando la salsa si addensa, togliere dal fuoco e aggiungere il formaggio.
Per i muffins, appiattire le fette di pane con un mattarello e irrorare da entrambi i lati con il burro fuso. Disporre le fette di pane nei pirottini, premendoli con il fondo di um bicchierino. Aggiungere prima il prosciutto a pezzetti o listarelle e poi rompere le uova (se l'uovo è troppo grande, togliere un po' di albume). Coprire con due cucchiai abbondanti di salsa Mornay, aggiungere altro parmigiano grattugiato e un pizzico di pepe. Mettere in forno per 15 minuti. Servire subito!!!


ispirata ad una ricetta di Rachel Khoo

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10 dicembre 2014

Fettuccine Home Made.

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Mango - Lei verrà

A proposito di home made.

Come per i gusti musicali o l'ideale politico, l' home made è una scelta di vita. A pensarci così sembra un impegno devastante che richiede del tempo eccessivo e invece con le conoscenze opportune e un'adeguata organizzazione, l' home made è la scelta migliore anche in termini economici.
I grandi supermercati ci vogliono convincere che con le loro super offerte speciali, ammortizziamo di gran lunga i costi ma di fatto il costo lo ammortizziamo fornendo le nostre cucine di farina, uova e di tutti quegli ingredienti poveri che messi insieme danno vita ad un cibo di gran lunga più salutare e più buono.

Il mio avvicinamento all' home made nasce pian piano con amore e dedizione e con la conoscenza approfondita in termini di cultura, tradizioni e sapori.

Ricordo di quando mia nonna, da buona ciociara, la domenica a pranzo preparava puntualmente le fettuccine. L'energia nell'impasto, gli sbuffi di farina, la consistenza della semola, la massa che prendeva vigore, il taglio della fettuccina, tutti ricordi che mi portano a riflettere su quanto sia importante tramandare le tradizioni che hanno caratterizzato la crescita di intere famiglie, scoprendone piacevolmente anche tutti i segreti.

Ancora di più in questi miei giorni, durante i quali approfondire la conoscenza dell' home made nella scuola di cucina So Cook (a Roma) sta diventando uno strumento prezioso di arricchimento personale e crescita professionale. La prima lezione prevedeva la pasta fatta a mano. Farina e uovo. Due soli ingredienti per la preparazione di un primo piatto senza confronto. Per non perdere la mano, il giorno successivo al corso, ho rimesso subito in funzione mani e mattarello per un risultato di alta soddisfazione.

Vi lascio la ricetta base consigliata dalla mia docente, per il ragù a vostro piacere basta che sia home made.

FETTUCCINE HOME MADE
INGREDIENTI
4 uova
300 gr di farina 0
100 gr di semola rimacinata

Con le due farine setacciate, fare una fontana. Disporre al centro le uova e iniziare ad impastare, prendendo la farina dal centro della fontana. Lavorare l'impasto a lungo, finché non diventerà elastico e farà le bolle in superficie. Lasciare riposare la massa avvolta in una pellicola per mezz'ora. Stendere l'impasto e tagliare le fettuccine dallo spessore gradito. 


ispirata alle lezioni di cucina presso la scuola SO COOK 

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9 dicembre 2014

#30: Orecchiette con Broccoli e Acciuga (StagioniAMO nella cucina di Caffè Babilonia).

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Cindy Lauper - Girls just wanna have fun

Ricomincia la settimana da martedì. E in pieno clima allestimento albero di Natale, ieri sulla nostra tavola il primo piatto di StagioniAMO.

Questo mese protagonisti nelle nostre cucine, I BROCCOLI. Scarsi di calorie e dal sapore gustoso, un po' meno gradevole l'odore emanato durante la cottura, complice lo zolfo presente nell'ortaggio in discreta quantità ma con qualche goccia di limone nell'acqua di cottura niente più odoracci in giro per casa.

Vi aspetto a tavola per pranzo.

Buona giornata.

ORECCHIETTE CON BROCCOLI SICILIANI E ACCIUGHE
INGREDIENTI x 4 persone
300 gr di orecchiette
300 gr di broccoli siciliani
1 spicchio d'aglio
peperoncino
filetti di acciuga
pangrattato 
pecorino romano
olio evo
sale

Portare ad ebollizione dell'acqua salata e immergere i ciuffi del broccolo.
Dopo dieci minuti, aggiungere nella stessa acqua le orecchiette e far cuocere ancora dieci minuti, quindi scolare.
In una padella, soffriggere l'aglio con il peperoncino e i filetti d'acciuga, e aggiungere abbondante pangrattato.
Quando l'aglio sarà ben dorato, versare in padella le orecchiette con i broccoli e far saltare per qualche minuto. Mantecare  a fuoco spento, aggiungendo il pecorino.
Servire con un filo d'olio a crudo.

ON THE TABLE 
Regaleali Bianco - TASCA Conte D'Almerita


Appuntamento alla prossima settimana nella cucina di Pizza, Fichi e Zighinì. E per chi avesse una ricetta pronta a base di noci e nocciole, c'è ancora tempo per partecipare al contest di StagioniAMO.



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2 dicembre 2014

Cantine Aperte a Natale.

Cantine Aperte a Natale nel Lazio.
La magia del Natale si trasferisce in cantina.

Sabato 6 Dicembre e Domenica 7 Dicembre, gli ultimi eventi dell'anno a cura del Movimento Turismo del Vino. Le giornate richiamano il popolo degli enoturisti a vivere la magica atmosfera del Natale per brindare con i vignaioli fra degustazioni e ricette della tradizione.

E noi, non so presso quale cantina, ma ci saremo anche questa volta. 

L'elenco delle cantine aperte su www.movimentoturismo.it

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Non è un paese per vini rossi.

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Sonata Arctica - Ain't your fairytale

E insomma questa breve ma intensa gita fuori porta di cui si parlava qui (che poi in realtà noi fuori porta già ci siamo, quindi giochiamo in casa... ma in un'altra porta) ci ha regalato una gran bella sorpresa (anzi, direi che ce la siamo guadagnata visto che ci siamo girati quattro-cinque comuni e due provincie prima di arrivare, scoprendo che il nome della via in cui è ubicata la cantina di cui sotto è il più usato in tutto il basso Lazio, quindi ce ne sono una manciata nel raggio di qualche km quadrato. Ovviamente l'indirizzo giusto era l'ultimo...).
Quindi eccoci arrivati, con qualche ora di ritardo sull'appuntamento, alla Luna del Casale (marchio registrato).


Nicoleta ci accoglie, iniziando raccontare la storia della loro azienda, 12 ettari di viti e ulivi) che rinascono dalle ceneri di un vecchio vigneto abbandonato.
Dopo il reimpianto di varietà internazionali e locali (tra cui Merlot e Chardonnay ma anche Malvasia, Bellone ed altre) riescono ad ottenere la certificazione  biologica (anche per il vino, non solo per le uve) e soprattutto a creare, in regime biologico, una serie di etichette che sorprende (almeno per quando mi riguarda) dal punto di vista qualitativo sicuramente, ma sopratutto sull'aspetto del numero: si arriva a circa una decina di bottiglie diverse, tra bianchi, rossi, spumanti e un rosato.


Ora, diciamo che può capitare che un produttore abbia tra le varie proposte il suo tallone d'Achille, come anche è sempre presente il cavallo di battaglia. Spesso i talloni di Achille possono essere anche più di uno, rischio che ovviamente aumenta proporzionalmente alla varietà di offerta creata sia in cantina che in campo. Anche i grandi vinaroli possono dare alla luce bottiglie che, si insomma, non è male ma preferisco l'altro... Questo invece non è successo nell'accogliente rustico in cui siamo stati ospitati per la degustazione dei prodotti di Nicoleta e suo marito (fanno anche olio e paté vari di olive che vabbè, meriterebbero un discorso a parte...). Qui sembrano esserci solo cavalli di battaglia.
Non riuscirei (quindi non lo farò) a parlare delle singole bottiglie in maniera dettagliata ed esaustiva, come un bravo sommelier, ma il denominatore comune è facilmente individuabile: bisogna provare. Tutto. (Sempre).
Ed è quello che abbiamo fatto.
- Cosa volete assaggiare? Qualcosa in particolare?
- Ma guarda, io direi, facciamo un poco di tutto dai, ora che siamo qui...
Mai decisione fu più felice.
Si parte da due spumanti, metodo Charmat entrambi. Amore a prima vista. Chardonnay in purezza per il bianco (metà del quale fermenta in tonneaux da 500 litri e metà in acciaio), Sangiovese e Montepulciano per il rosato (a denominazione Lazio IGT). Struttura corpo e profumi quasi da metodo classico, la prima frase pronunciata dalla illustre food blogger Federica è stata "questo lo compriamo!".  Può bastare così.
Tra un paté e l'altro si passa ai bianchi, che tra nomi fantasiosi e suggestivi che rimangono in tema con il marchio registrato, confermano e ribadiscono quanto accennato dalle bollicine in apertura. Dai vitigni autoctoni all'etichetta di punta, che prende il nome (Sara) da una dei figli di Nicoleta, si attraversano momenti, luoghi e immagini che regalano sorrisi ad ogni sorso. Lo Chardonnay in purezza del nome, secondo questo inesperto sommelier non è ancora pronto del tutto. Il legno si sente, tanto, ma piace (tonneaux da 500 litri). E soprattutto lascia immaginare, presagire, facilmente intuire se volete, o anche scommettere, che con un po' di tempo a riposo in boccia possa regalare ai più pazienti qualche momento di genuina felicità.
Noi ne abbiamo una sola, di boccia, e dubito che riesca ad arrivare lontano...

Tra una ricottina, che quasi ruba la scena alla parte alcolica della giornata e una tartina di porchetta, Nicoleta ci racconta qualche aneddoto della loro storia di vinaroli emergenti. Dice che gli consigliò di dedicarsi ai bianchi, che il Lazio non è una terra da vini rossi. Ci rido su, mentre ci versa due dita di un Cabernet Sauvignon in purezza (Meridies) che dovrà faticare per rimpiazzare le altre due dita di Merlot 100% (Plenilunio) che ancora fanno festa tra le papille gustative dei due gitanti. Invece non fatica. E non rimpiazza, ma arricchisce. Di ricordi. Due vini (rossi, già, che nel Lazio non vengono bene...) semplici e forti, immediati ma quasi complessi. Dei giovani pieni di esperienza.
Continuando a spizzicare tra le specialità della casa sistemate sul tavolo per due, si arriva ad assaggiare quanto di meglio questa giovane cantina abbia da offrire in materia di rossi. Alessandro, uvaggio insolito (Merlot, Montepulciano e Cabernet Sauvignon, quasi un taglio bordolese de noantri), un anno di barrique, per un risultato che continua a far sorridere ripensando al Lazio, che non ha un territorio (e magari neanche un clima) adatto ai vini rossi...
L'ultima etichetta non è neanche menzionata nella carta dei vini, neanche sul sito. Si chiama Sebastian, Nicoleta lo presenta quasi come una scommessa. Prima dell'affinamento, lo costringono a passare sei mesi (6) a contatto con le proprie bucce e vinaccioli. Un calice di inchiostro indelebile che non se ne va, né dal palato né dalla memoria.



Noi ne abbiamo una sola copia, e molto probabilmente non rimarrà intatta il tempo che meriterebbe per essere vista e vissuta nella sua pienezza.

A questo punto non resta che andare via, ma solo dopo gli acquisti d'obbligo. Cinque bottiglie che valgono più di quanto costano, Il minimo indispensabile per portarci a casa un piccolo ricordo della piacevole giornata...
Torneremo.






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