21 marzo 2014

Pronti, via! Sangiovese purosangue.

Per cominciare nel migliore dei modi a parlare di chi beve il vino, di chi lo fa e anche di chi lo vende, è capitata proprio a fagiuolo giorni fa, una degustazione a tema. Il Sangiovese, l'uva di gran lunga più coltivata nel bel Paese, è stato il protagonista di questo evento. Organizzato a Roma dall'associazione Enoclub Siena in collaborazione con l'agenzia Riserva Grande, Sangiovese Purosangue (nome semplice quanto efficace) raccoglie decine di produttori provenienti principalmente da Toscana ed Emilia-Romagna, che presentano i nuovi prodotti delle loro vigne (spesso insieme a qualche pezzo forte del passato).
Andando al sodo, le aziende presenti (alcune affermate, altre emergenti) erano molte, e tra alti e bassi, tra conferme e delusioni, ecco la mia -molto personale- lista di preferenze.

Via con il Sangiovese dunque!

No, non ancora. Infatti il primo vino a colorare il mio calice non è fatto con uve Sangiovese...

I primi vinaroli della giornata coltivano le loro vigne (principalmente Malvasia e Cesanese) ad Olevano Romano.
Si tratta dell'azienda agricola Proietti, validissima realtà a conduzione familiare i cui vigneti poggiano sulle colline a ridosso dei monti Simbruini.
                     
www.aziendaagricolaproietti.it

Due i vini in assaggio:
Villa Maina: Malvasia delicata ma decisa, secondo me molto versatile considerando che si parla di un vitigno aromatico.
Vignalibus: (annate 2009 e 2011), un Cesanese pieno zeppo di carattere, ma che scende giù che è un piacere. Estremamente divertente, provare per credere!
Senza nulla togliere alla qualità pura e sincera, che non manca per niente, l'aspetto interessante di queste bottiglie è il prezzo. Si parla di praticamente di cifre da supermercato (intorno ai 5€), qui c'è veramente da fare i complimenti a chi rende possibile questo piccolo miracolo!



E' la volta del Sangiovese.

Il banco dei produttori di Romagna è ben fornito, le bottiglie si affollano e la scelta è quasi imbarazzante.
Poggio Tura 2009 dell'azienda Vigne dei Boschi è una scelta felice. Vino che piacerà a molti, nel bicchiere tira aria balsamica, e quando va giù, il secondo sorso non si fa attendere per niente! Il prodotto è di qualità, e l'azienda lavora in regime di agricoltura biologica (oggi va di moda chiamarlo “vino naturale”).
                                             
www.vignedeiboschi.it

Assiolo 2011 di Costa Archi è il secondo assaggio di Romagna. Anche loro utilizzano pratiche agronomiche eco-friendly, ed oltre all'ambiente anche il vino (un prezzo veramente interessante per un bio, è il loro vino base) ringrazia e si fa piacere. Da provare.


costaarchi.wordpress.com
                                                  
Terre di Macerato è stata una gran bella sorpresa. Questo piccolo grande produttore coltiva il suo fazzoletto (2 ettari, due. Anzi “quasi due ettari” stando al sito web) di Sangiovese nei pressi di Imola.
Nella vigna piccola si fa il vino buono. Questo il mio pensiero (che sembra sia condiviso anche da autorevoli personalità), e Franco Dalmonte, che si occupa di tutto quello che succede nei suddetti due ettari non fa che confermare la mia (e non solo) tesi.
Rhod (2011 se non ricordo male): solo acciaio per questo rosso succoso, che sorprende regalando
un'atmosfera profumata ed accogliente di spezie che rallegra il palato e lo spirito.

Audace: Il fratello maggiore passa 18 mesi in barrique, è più serio, forte, caldo e sicuro, ma conserva sempre quel carattere sorridente e schietto che sembra ereditato direttamente dal suo autore. Congratulations!



www.terredimacerato.it

Podere Palazzo, con i suoi 10 ettari di vigneti ha dimensioni meno ridotte ma si rivela ancora una
piccolo pezzo di terra (con annesso agriturismo che strizza l'occhiolino ai turisti americani) che per quanto mi riguarda regala sensazioni che meritano attenzione. Diversi i prodotti, due in degustazione:
Don pasquale: diretto, colpisce subito. Se non piacciono le ciliegie sotto spirito, meglio evitare. Molto (per alcuni troppo) evidenti, come anche il contorno di china e spezie varie che arricchisce questo
Sangiovese 100%.                               
www.poderepalazzowines.com


Augustus: Naturale evoluzione del precedente, più spiritato e potente. Balsamico, da meditazione, non è un vino che si beve a litri, ma finché dura, ne vale la pena. Nota particolare per la scelta della bottiglia, spesso usata per i superalcolici, che in qualche modo richiama il carattere etilico del contenuto.
                               
www.poderepalazzowines.com

Arrivati in Toscana. Qualcuno avrà sentito parlare di Chianti, qualcuno anche di Brunello di Montalcino...

Ventolaio, con i suoi 12 ettari di vigneti offre, fra le altre bottiglie, un gran bel Brunello di Montalcino, già importante, sfaccettato e apprezzabile nella sua gioventù.                                                          
                                                       
www.ventolaio.it

Podere San Giacomo è una piccola e giovane azienda (5 ettari si Sangiovese) a conduzione familiare. Le sue dimensioni confermano la teoria di prima: il loro Brunello di Montalcino 2008 è ricco e variegato, di vaniglia ce n'è quanto basta (solo grandi botti di rovere) e tanti frutti rossi. Non può deludere.
                                                       
www.poderesangiacomo.it

 

Ripagrande 2011: questa è un'altra squisitezza, realizzata da Castello di Ripa d'Orcia (acquistabile anche sul sito del produttore) che si trova ad un prezzo quasi da discount! L'azienda produce, oltre ad altri vini bianchi e rossi, anche olio evo, grappa e vin santo.

La tenuta Ormanni, nel cuore del Chianti è storica, grande (60 ettari di vigneti) e il suo Chianti Classico 2010 ne è un biglietto da visita del tutto all'altezza. Carico di frutta, soprattutto cerase (qualcuno le chiama ciliegie...) e spezie, morbido e vellutato. Il prezzo non fa che aggiungere estremo interesse a questa bottiglia, che si trova addirittura intorno ai 10€.


www.ormanni.it
                                           
Pietro Beconcini coltiva Sangiovese, ma anche Malvasia nera e Tempranillo. Proprio quest'ultimo, uno dei più importanti vitigni diffusi in Spagna, ha catturato l'attenzione di più di qualche partecipante all'evento. Vinificate in due versioni, IXE e Vigna alle Nicchie, queste uve, grazie anche al grosso lavoro di sperimentazione che è stato loro dedicato, danno vita ad una sinergia con terreno ed ambiente (terroir per i più bravi) il cui risultato è tutto da scoprire. Potente, scuro, caldo e caloroso (praticamente caliente...), questo italo-ispanico è pronto a sorprendere qualsiasi scettico nazionalista. Provatelo!


www.pietrobeconcini.com

Poggio Argentiera, nella maremma toscana, è una piacevole conferma. L'azienda che fa della rappresentazione territoriale e dell'identità maremmana il suo credo, presenta due grandi bottiglie:
Vallerana Alta 2011 è buono, senza paura di suonare banali. Anzi, ll'è bono! Il vinarolo Antonio Camillo ci mette nome e cognome sull'etichetta, e fa bene. Dalla boccia esce tanta freschezza e gioia contagiosa, a cui non si può rimanere indifferenti. Da uve Ciliegiolo 100%. Può creare dipendenza.
Capatosta 2011 è un Morellino di Scansano (DOCG), il primo della classe nella cantina di Gianpaolo Paglia e Justine Keeling. E di classe ne ha da vendere. Non immediato e possente (come era tra l'altro nel recente passato) ma fino, di orizzonti larghi. Gran futuro davanti...


www.poggioargentiera.com
                                                      


Il primo giro finisce qui, ma pronti a ripartire!




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