20 marzo 2014

Uva da Bere.

La cosa è semplice: di mangiare e di cucina ne scrive LEI, quindi il bere e la cantina toccano a me. Anche se quando si tratta di bere, pure LEI va forte... 

Quindi, se dobbiamo iniziare a parlare di vino, parliamo di vino. Facile no? Anche se “iniziamo” potrebbe suonare inappropriato, voglio dire, oggi chi è che non parla di vino?
Se ne parla così tanto che quasi quasi chi ne parla poi dimentica di berlo anche, il vino di cui sta parlando...
Ma va bene anche così, quante persone parlano di moda, pittura, scultura, fotografia, (donne, pallone...) senza esserne realmente “esperti”? Esperti tra virgolette, perché la definizione di esperto per quanto mi riguarda ha confini indefiniti, annebbiati e parecchio frastagliati, come i fiordi norvegesi, ma con molta più nebbia e molti più fiordi. Soprattutto poi se si discute di vino.
Avete idea della dimensione del pianeta vino? Certo, si potrebbero elencare i diversi vitigni di tutto il mondo, i milioni di ettari coltivati nelle zone più disparate, tutti i produttori (diversi soprattutto loro), fino alle diverse bottiglie che produce ogni singola azienda, così tanto per farsi un'idea. Ma sarebbe solo un'idea. Pensate che tutti questi numeri ogni anno si ripetono. Non nel senso della quantità, ovviamente. Si parla di qualità, o meglio di “identità”.

- io faccio il vino
- ah, è buono?
- quest'anno si
- cioè?
- Eh cioè... quest'anno è buono, l'anno scorso era così così, due anni fa era spettacolare, tre anni fa non mi ricordo...

Tutto il carrozzone trascinato dal nettare di Bacco si riveste, si ricolora e si rinnova ogni quattro stagioni. Quindi pure se assaggiaste tutti i vini del mondo (che è un po come - bambini non leggete - se Babbo Natale riuscisse veramente a sganciare i regali in tutti i caminetti/portoni/caldaie del mondo a mezzanotte) l'anno dopo dovreste ricominciare da capo, perché magari quel vino che vi era tanto piaciuto, lo andate a ricomprare e rimanete delusi (o sorpresi). Oppure ne avevate comprate 2 bottiglie e quando dopo un anno aprite la seconda, guarda un po' è ancora più buona! O più cattiva...

Ma la situazione non è in realtà così tragicamente complicata. Di solito chi fa il vino buono lo fa buono e basta, e per quanto possano essere diverse tra di loro due bottiglie di Chianti della stessa azienda, saranno sempre diverse e distinguibili (da chi è bravo) da un Cannonau o da un Barolo. Ma si sa, sono i dettagli a fare la differenza, e i dettagli sono quello che ci interessa. E quelli si, cambiano sempre ed a volte anche parecchio. Quindi, esperti o no, parlarne va benissimo, berlo (io dico non con moderazione, ma con consapevolezza) va ancora meglio.

Ma perché il vino? Perché siamo in Italia, e disinteressarsi del vino in questo paese sarebbe come andare al mare senza fare il bagno. Voglio dire, si campa lo stesso, ma vuoi mettere...





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2 commenti

  1. il vino e'una delle nostre eccellenze,giustissimo parlarne,spece se fatto con passione :)

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  2. Giusto, l'importante è parlare sempre e solo dopo aver bevuto! Cin cin!!

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